mercoledì 9 gennaio 2013

Il ritorno del West e... di Django


Chi di noi, da piccoli, non ha mai visto un film western? Non uno di quei western americani, con i buoni puliti e impeccabili, le donne truccatissime e i cattivi possibilmente brutti e se indiani meglio, ma di quelli che, in qualche modo, sono venuti dopo, con produzioni nostrane e che hanno completamente rivalutato il genere, rendendolo più genuino e più realistico. Western dove il confine fra buono e cattivo non esiste e ci sono solo uomini con la pistola, il cappello e il cavallo. 


Quel genere di film che ha dato vita a personaggi indemiticabili come...

...Armonica...



...l'uomo senza nome...
...Cat...
                                       
...Sentenza...
...Juan Miranda...
...Jake Beauregard...

...Tuco...
...Bambino e Trinità...
                                     
...e DJANGO!
Il silenzioso pistolero nordista che si trascinava dietro una bara. L'uomo che osservava i messicani frustare una donna, che attaccava il Ku Klux Klan comunista con una mitragliatrice ancora da inventare, e che sparava sette proiettili...
...Con una sei colpi.

Django è il protagonista di quell'intramontabile film di Corbucci che ha contribuito a rendere famosi gli Spaghetti-Western. Di certo non all'altezza dei film di Leone, che sono un'opera d'arte, ma comunque un ottimo esempio di quel cinema, ormai scomparso. Di quando le cose noi italiani le sapevamo fare, anche con pochi mezzi. Quando con un cappellaccio, una coperta o un sigaro creavamo personaggi intramontabili. 
Corbucci in questo film ha mostrato una frontiera crudele, razzista. Un Paese ormai disabitato, dove le puttane sopravvivono grazie agli uomini di un maggiore sudista e i rivoluzionari messicani. 
Il luogo adatto ad una vendetta, meditata e studiata da un uomo che, in definitiva, non è poi tanto diverso da quelli che uccide. Un western quindi crudo e violento, forse un poco irrealistico. 
In effetti quando ho visto la scena della mitragliatrice ho riso per mezz'ora. Sembrava il Rambo dei bei vecchi tempi, quando sparava con un M60 per mezz'ora senza che la cartucciera finisse. Solo che questo è venuto prima!

Molto prima!


Comunque sia da qualche tempo, ormai saranno anni, Tarantino, uno dei registi più alternativi di Hollywood, sta lavorando ad una rivisitazione di Django. Del resto da qualche anno, il genere sta tornando di moda e a parte qualche dubbio...

...titolo, se così lo possiamo definire...
...molti altri mostrano una cura nei dettagli paragonabile ai film storici e il western ormai non può più essere considerato di second'ordine.
Non stupisce quindi che Tarantino, da sempre patito dei western all'italiana, ha voluto portare nelle sale un sua versione del film, dalla trama completamente, o quasi, rivisitata e parzialmente ispirata all'Anello del Nibelungo di Wagner.
Il film parla della segregazione razziale degli Stati del Sud degli Stati Uniti negli anni prima della guerra civile. Il protagonista, Jaime Foxx, è infatti uno schiavo liberato, cacciatore di taglie, alla ricerca della moglie che si scontrerà con una ricca famiglia del Sud.
Riuscirà il nostro Tarantino a creare un'opera che ricordi, in qualche modo, come quella dell'omonimo e precedente film? 
Molto probabile, del resto Quentin è un maestro nel ricreare le atmosfere, musiche e trame dei vecchi film e quindi non vedo l'ora che sia il 17 per tornare a vedere un ottimo western al cinema. Alla prossima.

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